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OSPEDALE RIDIMENSIONATO

Lentamente, come si addice ad un malato anziano, l’ospedale silano sta morendo di morte naturale. Solo che l’ospedale di San Giovanni in Fiore di anni ne ha appena 30 e quindi avrebbe dovuto essere nel pieno del suo vigore. Ma questo che volete che importi ai politici calabresi? A loro interessano solo i voti. Per il resto vale il motto: “Arrangiatevi!” E’ così, giorno 23 maggio, con atto deliberativo n° 1659, il direttore generale Gianfranco Scarpelli, ha proceduto alla riconversione del P.O. di San Giovanni in Fiore in “Ospedale di zona montana” decidendo che “tutte le unità operative ed i servizi predetti faranno riferimento alle rispettive strutture operative complesse dell’ospedale spoke di Castrovillari”. Di male in peggio, perché Castrovillari dista da San Giovanni in Fiore 132 km. fermo restando che il distretto sanitario resta agganciato a Rossano, che dista dal nostro paese 155 km. I politici, in genere, sono personaggi dal viso duro e dall’animo arido. Non si fanno certo carico dei bisogni della gente. Ogni giorno che passa i giornali riportano notizie sempre più allarmanti: a rischio le sale operatorie; mancano i primari ospedalieri; carenza di infermieri; tarda il 118; l’elisoccorso non si è potuto alzare causa buio o nebbia ecc. E tutto ciò in nome del “Piano di rientro”, come se i sangiovannesi si fossero resi responsabili di tutti gli sprechi e di tutti i mali della sanità calabrese e non, invece, le “facili” convenzioni; lo sperpero di medicinali; l’esodo dei malati verso strutture ospedalieri del Nord, meglio attrezzate e più capaci. Intanto il popolo di San Giovanni in Fiore sa dove dovere andare in caso di bisogno. A Cosenza (cliniche private) per partorire; a Rossano per la medicina di base; a Castrovillari per la chirurgia e alcuni tipi di esami più “sofisticate”. Con la speranza che almeno rimangano in piedi il laboratorio di analisi cliniche e l’emodialisi. Intanto, gruppi privati sono ritornati all’attacco, come ai vecchi tempi: “San Giovanni in Fiore è una buona piazza, perché non spostarci in loco per mammografie, endoscopie, colonscopie ecc?” Si vanno chiedendo dopo il forte ridimensionamento ospedaliero. Prestazioni che ovviamente poi dovrà pagare il Servizio sanitario regionale. E per finire che fine ha fatto la Tac donataci dai nostri connazionali americani? E’ ancora funzionante oppure è “stanca” per il troppo lavoro? Meditate gente e alle prossime elezioni mandiamo a quel paese…(ovviamente, non a Castrovillari o  a Rossano), quei politici, responsabili dei nostri guai!