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PENALIZZATI GLI ANZIANI

Moltissimi settantenni temono di perdere le cure: incertezze e rinunce minano chi è già in condizioni di fragilità. Pensioni al lumicino, spese che aumentano e la scure della spending review sulla sanità, con i tagli ai posti letto negli ospedali e i livelli essenziali di assistenza da rivedere. La crisi economica non se ne va e l’anello debole della società sono i vecchi, che per motivi anagrafici si ammalano di più e attingono perciò maggiormente alle precarie (dopo tanto spreco) risorse del servizio sanitario nazionale. E se grazie ai progressi della medicina si può dire che i “veri” anziani ormai non sono più gli ultra sessantacinquenni, ma chi ha già spento 75 candeline ovvero gli “over 75″ sono, infatti, oltre 6 milioni in Italia e continuano ad aumentare e sono diventati una fetta consistente della popolazione. È proprio su di loro che la congiuntura economica sfavorevole impatta con maggior forza: l’85 per cento di chi ha più di 75 anni, infatti, ha una gran paura che la crisi possa ridurre le prestazioni sanitarie rivolte a chi invecchia. Chi ha raggiunto la terza età, in caso di necessità, preferirebbe entrare in residenze sanitarie assistite pubbliche nella speranza di non pagare le prestazioni, ma le RSA sono per lo più private e pure per quelle pubbliche l’utente paga una compartecipazione. E di questi tempi chi riesce a sostenere le rette? Il problema però deve trovare una soluzione: il numero di vecchi non autosufficienti cresce e, finito il ricovero in caso di eventi acuti (che peraltro si accorcia sempre di più per ridurre le spese), qualcuno deve prendersi cura di loro, per tempi lunghi o lunghissimi. Le RSA non bastano, le strutture per la lungodegenza sono sovraffollate di malati di ogni genere, dai pazienti oncologici ai casi di ictus, ischemie, malattie delle ossa ecc. L’anziano che ha bisogno di riabilitazione e di aiuto nella quotidianità dove va a finire? Una domanda da porre con forza, almeno per quanto riguarda gli anziani calabresi, all’attuale commissario ad acta per la sanità, che sa solo tagliare senza però offrire soluzioni alternative. La drammatica condizione della terza età è sotto gli occhi di tutti, la maggior parte di questi poi, ha la pensione minima, che a mala pena basta per la sopravvivenza, quindi permettersi cure e assistenza è davvero difficile. Una riflessione dunque s’impone; a politici e governanti il compito di trovare una soluzione su questo grave problema dei nostri vecchietti.

Caterina Mazzei