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L’OBLIO SUL COMPLESSO ABBAZIALE

Da un pò di tempo sul complesso abbaziale florense sembra caduta una coltre d’oblio. Poco se ne parla e, soprattutto, poco si fa. Senza voler ricordare la storia tormentata dei suoi restauri, cominciati alla fine degli anni ’20 del Novecento e poi proseguiti “a strappi” nella seconda metà dello stesso secolo, ricordiamo che l’ultimo tentativo di rilievo è stato fatto agli inizi del 1999, quando tra il Comune di San Giovanni in Fiore, l’Amministrazione provinciale di Cosenza, l’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano e la Soprintendenza ai BSAE di Cosenza fu stipulato un protocollo d’intesa per la stesura di un progetto mirante al consolidamento, restauro e piena valorizzazione di tutto il monumento, che prevedeva anche la realizzazione di un museo degli arredi e paramenti sacri, di un centro di documentazione della storia calabrese, di un laboratorio di restauro, di una foresteria ecclesiastica, di una foresteria civile, di altri spazi per esposizioni temporanee e mostre itineranti e di locali per l’accoglienza ai turisti. Ma la richiesta di finanziamento di sette miliardi di lire allora avanzata al Ministero per i Beni Culturali e alla Regione Calabria non trovò accoglimento. Maggior fortuna, invece, sembrò avere alcuni anni dopo un progetto di 1 milione e 750 mila euro per opere di consolidamento, restauro e manutenzione straordinaria. Incluso nel PIT Sila n. 9 elaborato dalla Comunità Montana Silana, fu finanziato dal governo regionale nell’ambito del POR 2000-2006. Appaltata nell’aprile 2007 alla Lufraco srl di Rende con scadenza delle operazioni di collaudo fissata al 31 ottobre 2008, l’opera è andata subito incontro ad una serie di difficoltà e imprevisti che hanno portato ad un’aspra e complicata controversia tra gli Enti proposti alla tutela del monumento, i progettisti e l’impresa appaltatrice. Le conseguenze del contenzioso sono state la sospensione dei lavori, la chiusura dell’abbazia per circa due anni in una “gabbia di ferro”, il sequestro nel luglio 2009 da parte della Procura di Cosenza dell’ala orientale per una presunta instabilità e pericolosità della struttura con conseguente sua inagibilità e l’abbandono all’esterno del fabbricato delle pietre divelte dal pavimento nei piani seminterrati e delle travi e tavole della scala e dei soppalchi della sala capitolare. Negli anni a seguire molti di questi inconvenienti sono stati superati, Mostra di fotografie di Saverio Marra, Museo demologico e Centro studi gioachimiti sono ritornati nella piena funzionalità, il contenzioso tra l’impresa e i progettisti si è chiuso con l’assoluzione di questi ultimi. I lavori, però, sulla struttura abbaziale non sono più ripresi. Con esclusione di lavori realizzati di recente a cura della Soprintendenza per consentire la messa in sicurezza delle parti ritenute pericolanti dell’ala est del convento, il tentativo di ripristino della scala che un tempo doveva portare ai cori notturni e un efficace miglioramento dell’illuminazione all’interno della chiesa operato in occasione del Giubileo della Misericordia. Molti dei tanti interventi di restauro e manutenzione previsti – risanamento delle lesioni presenti nelle pareti della chiesa, pulitura del tessuto murario e delle parti architettoniche in pietra, sostituzione del pavimento in cotto con un altro in pietra calcarea, l’installazione di un impianto termico del tipo a pavimento, revisione del manto di copertura, pavimentazione del chiostro, recupero e restauro dell’antica sagrestia, della sala capitolare e dei locali seminterrati – sono ancora necessari e impellenti. Nei lunghi mesi invernali la chiesa abbaziale è poco accogliente e agibile e nelle poche funzioni che vi svolgono è opportuno andare ben calzati e ben vestiti. Il freddo si “sente”, il vento sibila tra le fessure, la pioggia penetra e causa non pochi stillicidi, alla base dei muri si raccoglie molta sabbia che cade lentamente dalle pareti. E, inoltre, dipinti, statue e altre opere d’arte sono soggetti a rischio di deterioramento, non ci sono pannelli illustrativi, i cori notturni, la sagrestia, la sala capitolare, i locali seminterrati non sono ancora visitabili, i percorsi di visita sono piuttosto complicati. Pertanto, in attesa della soluzione del contenzioso dei locali attualmente adibiti a Casa di Riposo, sarebbe opportuno fare il punto su quanto è possibile recuperare dal finanziamento del progetto sospeso e nello stesso tempo avanzare a chi di competenza la richiesta di finanziamento di un progetto che metta in salvaguardia e nelle migliori condizioni la chiesa abbaziale e promuova il restauro dell’ala orientale del monastero.

Giovanni Greco