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GLI EMIGRATI SANGIOVANNESI FESTEGGIANO A WETTINGEN IL SANTO PATRONO

di Rosalba Cimino

Dopo qualche mese di assenza ho il piacere di tornare a scrivere per Il nuovo Corriere della Sila. E per me una grande gioia poterlo fare in occasione della celebrazione del patrono di San Giovanni in Fiore. Ormai grazie ai Social media come Facebook e Instagram si possono vivere in maniera al quanto “diretta” tutte le emozioni che vivete voi in paese anche a 1500 km di distanza. Basta collegarsi e addirittura dal divano di casa a Wettingen abbiamo visto i fuochi d’artificio e tutta la processione. Però, quante cose in realtà vanno perdute cosi? Si perdono tante emozioni legate alla comunità sangiovannese qui a Wettingen che nel corso degli anni è andata a sfumare. Vi spiego perché: In pochi sanno che anche qui a Wettingen è stato festeggiato il patrono di San Giovanni in Fiore. E questo lo si fa dal 1999. Tutto è nato quando Padre Marcellino Villella, venne a fare visita alla comunità dei sangiovannesi in Svizzera. Ne ricordano il suo viaggio Biagio e Saveria Mele (in Svizzera da 55 anni, entrambi sangiovannesi ma si conobbero nel 1964 alla festa di Wettingen) i coniugi Mele ospitarono Padre Marcellino e durante la mia intervista entrambi ancora sorridevano perché ricordarono quanto Padre Marcellino amava le campane svizzere. Allora in occasione della sua visita i sangiovannesi si radunarono e vedendo quanti fossero, padre Marcellino spronò Biagio e Saveria dicendogli: “ma come mai non si festeggia anche qui il patrono di san Giovanni in fiore? Siete una grande comunità e potete farlo”! E cosi dal 1999 ogni anno viene organizzato un aperitivo e un pranzo dopo la messa, celebrata quest’anno da Padre Giacomo, il quale ha anche realizzato l’immagine di San Giovanni Battista con alle spalle San Giovanni in Fiore e Wettingen.  Preghiera – festa e solidarietà questo lo scopo della festa infatti ogni anno Saveria e Biagio riuniscono i sangiovannesi e ogni anno il ricavato va in beneficenza. Quest’anno sarà Padre Giacomo stesso a portare alla Caritas parrocchiale dei Cappuccini il ricavato, per poter fare sentire alle famiglie in difficoltà economica di San Giovanni in Fiore che non li abbandoniamo anche se siamo lontani. Eppure quante cose sono cambiate dai primi anni in cui si organizzava la festa e sono cambiati anche i sentimenti perché un tempo la malinconia il bisogno di sentirsi accanto a chi ha le nostre stesse radici il bisogno di appartenenza era più forte. Oggi Internet è una finestra aperta anche su San Giovanni in Fiore ma tutto ciò ha cambiato le persone ha cambiato i sentimenti e i legami. Abbiamo visto Biagio e Saveria Mele e tutti i collaboratori, Pina Lucente la Famiglia Indelicato – Guzzo, la Famiglia Bonasso e altri dare tutta l’anima per la buona riuscita della festa eppure la partecipazione è stata poca, saremmo molto di più a Wettingen e dintorni eppure le vecchie e le nuove generazioni stanno mollando la presa da quella fune che ci lega a San Giovanni una fune che vent’anni fa sembrava d’acciaio ma oggi sembra solo un filo. Ma non per chi da quasi vent’anni crede fortemente in questo progetto “sono due settimane piene di lavoro, siamo stanchi ma felici” – cosi Biagio e Saveria raccontano – “siamo stanchi ma fare questo per San Giovanni ci fa bene all’anima”! Quindi non abbandoniamo la comunità sangiovannese in Svizzera e trasmettiamolo alla nuova generazione. Ognuno ha una propria vita, una propria personalità, ognuno parla di se e ognuno piange e ride per le proprie emozioni. Ma ognuno fa parte delle vite degli altri e senza gli altri non avremmo alcun senso” (Cit. E.M.)