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COLPO DI SCENA IN CONSIGLIO COMUNALE

Ieri colpo di scena in Consiglio comunale, convocato per discutere tre importanti punti all’o.d.g.: Nomina Collegio dei revisori dei conti; Discussione sui buoni-spesa concessi in tempo di Covid-19; e Discussione sull’ordinanze regionali relative alla riapertura della discarica del Vetrano. Ma dopo aggiornamenti e riunioni varie non si è andati al di là del primo punto all’odg, perché ben tre franchi tiratori hanno messo in discussione la maggioranza e la stessa stabilità dell’Amministrazione. Infatti, prima dell’inizio dei lavori, il gruppo di maggioranza, costituito da 11 elementi aveva scelto democraticamente (?) il nome del presidente del Collegio dei revisori, il commercialista dott. Giuseppe Oliverio (precisiamo che il suddetto non è legato da vincoli di parentela con l’ex governatore), ma nel segreto dell’urna i voti raccolti dal presidente designato sono stati solo sette gli altri si sono dispersi per rivoli vari. Un episodio che ancora una volta ha dimostrato, in questa legislatura comunale, lo sfilacciamento di un gruppo che non ha disciplina di partito e che ritiene, di poter agire ognuno per proprio conto, perché possessore di un pacchetto di voti a livello personale. Cosa grave per un Partito Democratico che si riteneva un partito granitico, dalle radici profonde, ma che poi a conti fatti non tollera soltanto questi episodi di qualunquismo, ma accetta una situazione di stallo a livello di guida del partito locale che da circa due anni è privo di un segretario di sezione, democraticamente eletto. La prima reazione a caldo del sindaco è stata diffusa su WhatsApp e ve la proponiamo così come giunta alla nostra redazione: “Mi corre l’obbligo, per il ruolo che svolgo, chiarire quanto è successo oggi in consiglio. All’ordine del giorno c’era la nomina del collegio dei revisori dei conti. I consiglieri di maggioranza decidono insieme e democraticamente di votare il Presidente sorteggiando dall’apposito elenco il nome del professionista a cui affidare l’incarico. In Consiglio comunale, però, scelgono di non rispettare quello che loro stessi avevano deciso di fare. Un atteggiamento vergognoso – attacca Belcastro – lasciatemelo dire! C’è un solo nome per descriverli: franchi tiratori. Chi si nasconde nel segreto dell’urna per inviare segnali politici senza avere il coraggio e la responsabilità di affrontare eventuali problemi, non può rappresentare i cittadini. Chi pensa di tenermi sotto scacco si sbaglia di grosso. Io sono stato a disposizione della mia città, non mi sono mai fatto pregare da nessuno, piuttosto, con umiltà ho ascoltato tutti e se necessitava chiedere ho chiesto. Ho lavorato per il bene dei miei concittadini perché sono loro a dover essere serviti da me. La politica ha bisogno di uomini saldi, costanti e stabili che esprimano anche il dissenso ma con parole chiare e leali. Forse di questi individui si sente la mancanza, ma non mi piace la politica cannibale che pur di ottenere lo scopo mangerebbe uomini e donne a pranzo e a cena. A questo punto – conclude il sindaco di San Giovanni in Fiore – mi serve pensare perché serve decidere…” Ma non dimentichiamoci che l’attuale amministrazione è già in scadenza e che si attende il decreto governativo per l’indizione delle nuove elezioni che interesseranno diversi comuni e regioni italiane,  tra cui San Giovanni in Fiore, non andate all’urne a causa del diffondersi della pandemia del coronavirus.