SI E’ DIMESSO IL SINDACO DI SAN GIOVANNI IN FIORE

Colpo di scena. Il sindaco di San Giovanni in Fiore, Giuseppe Belcastro, ha rassegnato  a mezzogiorno le dimissioni, con una lettera inviata al presidente del Consiglio comunale, Domenico Lacava e al segretario generale, Maria Rita Greco (lettera presa in carico al protocollo del Municipio al n° 15190 del 7 agosto 2018). Nella comunicazione il sindaco scrive testualmente: “In considerazione delle assenze dei consiglieri comunali che sostengono la maggioranza, alla seduta del consiglio comunale, convocato per la data odierna, dopo attenta riflessione e nel rispetto del ruolo istituzionale che ricopro e dei cittadini che mi hanno conferito il mandato, rassegno le mie dimissioni, nell’esclusivo perseguimento dell’interesse pubblico ed a favore della comunità amministrata”. Come abbiamo avuto modo di scrivere nella edizione cartacea de Il Corriere di agosto, (in edicola dal 5 scorso), la crisi era purtroppo in atto, anche perché il gruppo degli assenti: Lacava, Lammirato, Straface, Audia, Ferrarelli e Caputo, chiedevano un rimpasto totale della Giunta che il sindaco non condivideva, “perché non tutti avevano demeritato”. Inutile si è rivelata la mediazione (ammesso che ci sia stata) del segretario provinciale del Partito Democratico, Luigi Guglielmelli, che avrebbe dovuto contenere la disfatta (perché ora di questo si tratta), ammesso che si vada a nuove elezioni in un momento in cui a cavalcare la tigre è il Movimento Cinque Stelle. Ma queste sono considerazioni che non inficiano gli eletti che chiedono solo una poltrona su cui accomodarsi, indipendentemente se ne hanno le capacità. Infatti, l’attuale consiglio comunale di San Giovanni in Fiore è il più scadente, tra quelli eletti finora dal dopoguerra ai nostri giorni. Alla riunione del Consiglio, presieduto dalla vice presidente Pupo, erano presenti i consiglieri di minoranza: Gentile, Bitonti e Lopez (nel fotino) e i consiglieri di maggioranza Perri (Pd), Pupo e Gentile (Avantitutta) e ancora Oliverio e Foglia (Psi), non sufficienti però ad approvare il riequilibro di bilancio, un provvedimento importante per la futura vita amministrativa dell’ente comunale. Erano assenti giustificati, perché fuori sede: Fragale e Candalise, entrambi della maggioranza. Abbiamo sentito poco fa il sindaco Belcastro il quale ci ha detto “Sono amareggiato, ma soprattutto stanco, di dover affrontare ogni giorno gli stessi discorsi con gente che non ha capito il delicato momento che attraversa un comune come il nostro che, con fatica, stavamo sollevando da un dissesto che abbiamo ereditato e che ci ha tarpato finora le ali”. Alla fine Pino Belcastro, pur avendocela messa tutta, è rimasto solo a combattere contro tanti Cicialavi, per dirla con gli autori di “Gnirivo – oje me fricu sulu” che in pochi forse avranno letto e recepito.

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