BENIAMINO ANDREATTA NELLA STORIA DELL’UNIVERSITA’ DELLA CALABRIA

di Francesco Capocasale

E’ in programma per il prossimo 4 dicembre a Cosenza, presso la Sede Rai, la presentazione del libro “La meravigliosa avventura di Andreatta in Calabria – Un Campus per competere nel mondo” di Franco Bartucci, pubblicato dalla Pellegrini Editore, già responsabile dell’ufficio stampa della stessa Università, rappresenta una significativa occasione per riflettere sul valore  di una personalità straordinaria, impegnata sul piano accademico, politico e di governo, ma anche sull’importanza strategica  della nascita del primo Ateneo Calabrese. L’istituzione nella nostra Regione di una sede universitaria all’avanguardia, con il Prof. Beniamino Andreatta, primo rettore, eletto e nominato nel maggio 1971, rappresenta ancora oggi, come si coglie nel libro di Franco Bartucci, un evento di grande valenza non solo sul piano culturale ma anche su quello più vasto e rilevante ai fini della crescita della nostra regione. Il Rettore Andreatta realizzò ed avviò il progetto “Campus” promosso con la legge Istitutiva  12 marzo 1968 n° 442, e con lo Statuto, a firma del Ministro della Pubblica Istruzione, on. Riccardo Misasi, dando il via nell’estate  del 1972 alle fasi di apertura dell’anno accademico 1972 -1973 con i primi tre corsi di laurea in: Ingegneria,  Fisica e Scienze Economiche e Sociali,  quali punti di appoggio per l’organizzazione delle Facoltà di Ingegneria, Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, Scienze Economiche e Sociali e per ultimo la Facoltà di Lettere e Filosofia.  Andreatta rimase in Calabria, alla guida dell’UniCal, dal 1971 al 1975. Con la nascita dell’Ateneo calabrese si è interrotto l’isolamento culturale, non solo accademico, che aveva sempre marginalizzato la nostra regione e venne strutturata un’Università moderna ed efficiente. Il Prof. Beniamino Andreatta stabilì in Calabria costruttivi rapporti con la classe dirigente locale, illuminata e protesa al nuovo. Aveva una profonda intesa, ad esempio, con il presidente Antonio Guarasci che con Pierino Rende non ancora Deputato e Franco Locanto che, alla vigilia dell’istituzione dell’Università, aveva scritto: “Con l’Università della Calabria ci saranno più Ingegneri, più Tecnici ed Esperti in economia, elettronica, fisica, per elaborare compiutamente modelli di sviluppo anche attraverso il “coordinamento tra Stato Centrale e Autonomie Regionali”. Sarebbe la classica Cabina di regia di oggi. Il Rettore Andreatta stabilì anche un proficuo rapporto con mons. Selis, Arcivescovo del tempo che, proveniente dalla Cattolica di Milano, aveva una profonda conoscenza del mondo studentesco universitario. L’idea dell’UniCal di Beniamino Andreatta se non fu “rivoluzionaria” fu certamente per l’epoca in cui partì e cominciò ad essere realizzata, come è stato ricordato, un’idea riformista, di grande modernizzazione, di positivo meridionalismo.” Il prof. Andreatta, da “economista dello sviluppo” intuì  e coerentemente operò, per realizzare sulle colline di Arcavacata di Rende un “campus sul modello anglo/sassone in grado di contribuire a   svolgere un ruolo efficace per il progresso del nostro territorio calabrese in particolare e per il Sud in generale”. Di quegli anni è stato un vero e autentico protagonista nel fare decollare una struttura universitaria al servizio del contesto locale nella piena convinzione di un nuovo meridionalismo, dove il mezzogiorno e le sue regioni più arretrate e depresse dovevano essere supportate per evolversi e non per essere assistite. “I parametri dell’economia dello sviluppo “erano ben conosciuti dal Prof. Andreatta che, insieme a Giuliano Amato, Giorgio Ruffolo, Siro Lombardini, Paolo Sylos Labini, fece parte del gruppo di teorici che alimentarono le politiche e gli indirizzi economici dei primi  governi di  centro-sinistra che avviarono e realizzarono importanti riforme sul piano  socio-ecomonico, disegnando, tra l’altro, grandi programmi infrastrutturali che diminuirono, in maniera notevole, il divario che separava le aree meridionali dal resto del nostro paese. Il Prof. Andreatta sul piano politico fu sempre collaboratore e consigliere economico del Presidente Moro, e da “keynesiano convinto” era considerato, per come è stato scritto più autorevolmente di me, un keynesiano del tutto particolare, tutto italiano. Aveva una concezione economica/finanziaria fondata su una forte impronta e connotazione sociale “pur nell’accettazione del mercato e della competizione economica”.

Comments are closed.