TRA LE “ECCELLENZE” CALABRESI ANCHE IL CORRIERE DELLA SILA

Le “eccellenze” non sono soltanto di natura gastronomica come: la soppressata, la pitta ‘mpigliata, il buon pane cotto al forno a legna, i fichi di Cosenza, il bergamotto o il cedro, specialità prettamente calabresi. Ma ci sono “eccellenze” ancora più importanti come l’architettura di una grande chiesa o l’efficienza di un rinomato ospedale che risponde alle esigenze di un determinato tipo di utenza. “Eccellenza”, per esempio è anche un giornale che da 23 anni esce puntualmente ogni 4 del mese e racconta la cronaca, gli avvenimenti e i personaggi di un’area geografica ben determinata. Nel caso specifico “Il nuovo Corriere della Sila”, un giornale che, grazie alla caparbietà del suo direttore Saverio Basile, esce a San Giovanni in Fiore ininterrottamente da 256 mesi. Un mensile a 12 pagine, la prima e l’ultima a colori, e poi all’interno un’infinità di notizie utili per chi lo compra.
“Il nostro è un giornale che inizialmente è nato per dibattere le problematiche legate all’emigrazione, – precisa il suo direttore – ma con il passare degli anni abbiamo puntato a diventare il giornale dei Sangiovannesi, come è specificato nel sottotitolo, perché vogliamo fare da ponte ideale con tutti quelli che per un periodo lungo o breve hanno lasciato, gioco-forza, il nostro paese”.
Per un giornale locale è un primato di tutto rispetto, specie se rapportato ad un contesto economicamente fragile, come quello sangiovannese, dove gli imprenditori che potrebbero fare pubblicità alle proprie aziende si contano sulle dita di una mano e quindi le sorti di questa pubblicazione sono tutte affidate ai lettori e soprattutto agli abbonati, quei tanti sangiovannesi emigrati nel Nord Italia, in Svizzera o Oltreoceano che costituiscono l’ossatura economica del giornale. Naturalmente Il Corriere è un puntuale contenitore di informazioni degli avvenimenti politici che animano la comunità sangiovannese, ma tiene conto anche dei tanti sangiovannesi di prima, seconda e terza generazione, che si sono affermati altrove nei diversi campi in cui hanno avuto la possibilità di emergere.
“Pensiamo, per esempio, a Joe  Manchin III – fa notare Basile – che è stato governatore del West Virginia fino a qualche anno fa e che, tuttora, è senatore americano del Partito Democratico e così anche Ricardo Pignanelli, attuale capo del sindacato metalmeccanici dell’Argentina che ha firmato insieme a Marchionne la convenzione per l’insediamento della Fiat in quello Stato, l’astrofisico Luigi Gallo, figlio di genitori sangiovannesi, che ha guidato il team di scienziati che ha mandato nello spazio “Astro H”, l’osservatorio spaziale, lanciato in orbita il 17 febbraio 2016 per lo studio dei buchi neri;  l’attore Steven Seagal, figlio di un’infermiera nata nel nostro paese nel 1930 e poi emigrata in Usa e, ancora  Giuseppe Anzini, partito da San Giovanni nel 1962, all’età di 12 anni, è arrivato a dirigere la Sharp canadese e Maria Fiunick  (figlia della sangiovannese Genoveffa Bitonti) che ha fatto parte insieme a suo marito dello staff di Bill Clinton nel corso di due legislature alla Casa Bianca. Ma l’elenco dei sangiovannesi affermati è talmente lungo che non basterebbe l’intera pagina di un giornale.”
Intanto Il nuovo Corriere della Sila si è imposto una linea ben precisa, occuparsi delle problematiche che assillano il territorio silano: ambiente, turismo, agricoltura, sanità, lavoro, emigrazione, prospettive di sviluppo varie e poi, ancora, cultura, folclore, politica locale e riscoperta di quei personaggi minori che hanno tanto da insegnare alle nuove generazioni.
A margine di questa ricca esperienza giornalistica un incontro fa gongolare di soddisfazione, ancora oggi, il suo direttore, quando racconta la lunga conversazione avvenuta presso l’Old Calabria di Camigliati, nell’ottobre del 2003, con l’allora patron del “Corriere della Sera”, Cesare Romiti, il quale ricevuta una copia de “Il nuovo Corriere della Sila” da parte di Gian Antonio Stella, presente alla discussione, disse “ecco la concorrenza” e si aprì un interrogatorio di primo grado.
“Romiti volle sapere da me, – racconta il direttore Basile – la tiratura del giornale, l’area di diffusione, il numero dei giornalisti in organico, l’andamento del bilancio, i programmi di espansione ecc. che mi mandarono in tilt. Tranne poi riprendermi quando orgogliosamente dissi al presidente della RCS Editori che certamente una volta al mese Il Corrierino riusciva a battere Il Corrierone in fatto di vendite, per lo meno a San Giovanni in Fiore e gli proposi scherzosamente un gemellaggio tra le due testate”.

da:  “PortaleSila” – 6 febbraio 2019

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