“SOGNI DI POLVERE” UN ROMANZO STORICO DI SALVATORE BELCASTRO

di Saverio Basile

Un appassionante romanzo storico dal titolo “Sogni di polvere” è l’ultima fatica letteraria che il medico-scrittore Salvatore Belcastro, ha pubblicato in questi giorni, per iniziativa della Fondazione Mario Luzzi di Roma. Nel caso specifico la polvere è quella del carbone, che centinaia di sangiovannesi hanno respirato a pieni polmoni nelle miniere di Monongah, ma anche a Pittsburgh, Marcinelle e in tanti altri pozzi scavati nelle viscere della terra nei punti più imprevedibili del mondo, dove come “popolo errante” i calabresi andavano a cercare un lavoro per “campare la famiglia” o ad inseguire il sogno di poter far studiare almeno un figlio di quelle famiglie numerose che ad inizio del secolo scorso vivevano nelle aree interne di una Calabria povera ma dignitosa. Poi altri tipi di polvere (polvere di ghiaccio, polvere di cannone, polvere di cemento) hanno reso un inferno la vita di migliaia di nostri corregionali che trovano lavorare e, a volte, anche la morte sotto il ghiacciaio dell’Allalin, nel Fréjus o a Charleroi. Le storie che si intrecciano in questo romanzo sono storie vere, storie di madri addolorate, di mogli sconsolate, di figli abbandonati, di nipoti privati dall’affetto dei nonni che molti non conosceranno mai. Ma anche di storie di matrimoni per “procura”, fra soggetti sconosciuti tra di loro, di “promesse” non andate a buon fine, di giovani emigrati sperduti nelle grandi città metropolitane, senza conoscere una sola parola dell’altra lingua, quella che non era la loro, diventando di conseguenza facile preda della malavita organizzata che reclutava emigrati da impiegare in loschi affari. Ma soprattutto storie di xenofobia, di emarginazioni, di abbandoni, mancanza di sicurezza sul lavoro che rendono appassionante le diverse trame del romanzo che si snoda lungo trentuno capitoli densi di emozioni, di ricordi, di avventure, ma anche di amore verso una terra ricca di umanità, tradizioni e ricordi che gioco-forza sono stati costretti ad abbandonare. Il romanzo ambientato a San Pellegrino (perché non San Giovanni?) fa tornare alla mente di chi ha superato gli “anta”, persone, fatti e cose degni di un saggio storico sulla travagliata e triste storia dell’emigrazione calabrese e sangiovannese in particolare. Salvatore Belcastro, chirurgo e docente universitario, è solito ritornare nel suo “eremo” di San Giovanni in Fiore per dedicarsi alla ricerca storica. In precedenza ha pubblicato “Il silenzio dei lupi”, storia di una rivolta esplosa nel nostro paese nell’agosto 1925 e successivamente “Sotto il selciato”, storia, invece, di una strage dimenticata. Il uovo libro del prof. Salvatore Belcastro sarà presentato da Annarosa Macrì il 22 marzo nella sala convegni del Centro Studi Gioachimiti.

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