IL PD SANGIOVANNESE IN PIENA BUFERA

DOPO TRE ANNI DI COMMISSARIAMENTO MESSE IN DISCUSSIONI LE ELEZIONI DI CIRCOLO. ILPROVVEDIMENTO E’ STATO ADOTTATO DALLA COMMISSIONE CENTRALE DI GARANZIA

Il Pd sangiovannese è nel pieno della bufera e difficilmente ne uscirà!  La commissione nazionale di garanzia, infatti, ha comunicato la decadenza del segretario Salvatore Lammirato e del direttivo, eletti nel congresso di Circolo svoltosi l’8 maggio scorso dopo una lunga e disastrosa fase commissariale che ha di fatto relegato i democrat all’ultimo posto del panorama politico della nostra città. La commissione nazionale di garanzia, sulla base di alcuni ricorsi, ha deciso di mandare tutti a casa e, con molta probabilità, la segreteria provinciale tonerà ad affidare le sorti di un partito, ormai marginale nello scacchiere politico locale, ad un nuovo commissario. Un epilogo che certamente incancrenirà, ancora di più, i rapporti tra le varie componenti del partito di Letta. Ma leggendo il provvedimento della commissione centrale nasce spontanea la domanda: se dopo aver annullato il Congresso cittadino, che succederà a quello provinciale e regionale, dal momento che gli iscritti sangiovannesi hanno esercitato il diritto di voto in tutte e tre le consultazioni?  Se gli iscritti non potevano votare per quello cittadino potevano farlo per le assise più alte? Gli iscritti sangiovannesi, quelli che la commissione ha depennato, hanno espresso il voto anche per il provinciale e il regionale. Quindi a cascata dovrebbero saltare anche i due congressi che hanno eletto Irto e Pecoraro! È troppo facile specificare nel provvedimento: “Non essendoci stati ricorsi per i due livelli superiori, non si procederà a mandare a casa Irto e Pecoraro”. Vuol dire che Lammirato pagherà per tutti! La cosa ancora più risibile, evidentemente per aggirare l’ostacolo e salvare i due Congressi del livello superiore, è nelle motivazioni della commissione che scrive: “La delibera della Commissione regionale del Congresso del PD Calabria del 30 gennaio 2021 prevede che nei Circoli da 201 a 300 iscritti il Direttivo può essere formato al massimo da 14 componenti, mentre nei Circoli in cui sono presenti oltre 300 iscritti, il Direttivo può essere formato al massimo da 18 componenti. Il Circolo di San Giovanni in Fiore ha scelto di eleggere il numero massimo di componenti il Direttivo, vale a dire 18. Di questi, 3 risultano essere ineleggibili perché ricompresi nelle iscrizioni annullate da questa Commissione (Daniela Abbruzzese Giovanni Basile e Antonio Romano). Di conseguenza, i componenti del Direttivo eletti e ricompresi nell’Anagrafe certificata 2021” sono 15. Tuttavia, per effetto della delibera della Commissione suddetta gli iscritti certificati sono scesi a 297 e il Direttivo del Circolo di San Giovanni in Fiore può essere formato al massimo da 14 componenti.  Di conseguenza, l’organismo è formato da un numero di componenti superiore al massimo consentito e per tale motivo va dichiarato decaduto. Onestamente il segretario eletto poteva sapere che gli iscritti che oggi, 15 luglio 2022, la commissione ha depennato non potevano essere conteggiati nel numero degli iscritti al momento delle elezioni cittadine? Si può mandare a casa un segretario per queste ragioni? Non si doveva dire “rimodulate il direttivo perché non superate i 300 iscritti?” Cose che succedono solo al Pd, un partito che ha preso la brutta piega di andare avanti a base di carta bollata, usando un politichese imbarazzante per un partito che nella sua storia ha promosso le lotte contadine e le sommosse per un lavoro dignitoso. Sicuramente dobbiamo aspettarci un contro ricorso. E si andrà avanti così chissà per quanti anni ancora e gli iscritti e i simpatizzanti saranno in balia di chi ne ha distrutto una storia!

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