GIOVANI ITALIANI ALL’ESTERO – E’ TEMPO DI AIUTARLI A RIENTRARE

E’ QUANTO HA SOSTENUTO IL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI COSENZA INTERVENENDO, IERI L’ALTRO, ALL’ASSSISE DELLA CGIL SVOLTASI A LAMEZIA

Nei prossimi 5 anni le imprese italiane, secondo le stime Unioncamere-Anpal, avranno bisogno di 1,3 milioni di nuovi dipendenti, in particolare laureati e diplomati nelle discipline economiche e STEM. Nello stesso tempo già si stima che ci sarà un importante gap tra domanda e offerta di profili professionali qualificati quantificato in 470mila soggetti. Ad aggravare queste criticità, secondo Banca D’Italia, negli ultimi 10 anni hanno lasciato l’Italia ben un milione di giovani e l’emorragia non è diminuita negli ultimi anni. La buona notizia è che, secondo recenti indagini, circa 600mila giovani qualificati e non, di cui circa 100mila al Sud, che attualmente lavorano all’estero hanno manifestato l’intenzione di rientrare in Italia date certe condizioni ambientali (ad esempio trattamento fiscale adeguato, progetti di ricerca innovativi, contratti a tempo indeterminato, livelli salariali in linea con le retribuzioni medie europee, agevolazioni per le start-up, etc.). Evidentemente, se si riuscisse a realizzare una politica seria che contribuisse al rientro dei nostri giovani molto probabilmente, unitamente ad altri interventi di contesto (ad esempio l’attuazione della riforma degli ITS, l’efficiente utilizzo dei fondi PNRR in particolare quelli destinati alla ricerca e ai progetti universitari con la creazione di reti con le imprese, allo sviluppo dei territori, etc.) si ridurrebbe in parte anche il deficit di fabbisogno di profili professionali da parte delle imprese. In questo contesto il sistema delle Camere di commercio potrebbe dare un importante contributo sia in termini di diffusione delle informazioni sia con progetti mirati sul territorio insieme alle imprese, associazioni datoriali, Università, etc. Quindi, creare le condizioni perché migliaia di giovani possano rientrare in Italia nei prossimi anni, in particolare al Sud, e contribuire alla formazione di ricchezza del nostro Paese e non di quella altrui, dovrà essere a mio avviso un punto strategico e prioritario nei programmi dei partiti candidati alle prossime elezioni e del prossimo Governo a prescindere da chi vincerà il 25 settembre. Così come sarebbe opportuno che anche il governo regionale approfondisse il suo impegno in questo senso, intercettando le risorse nazionali e, magari, stanziandone di proprie per riportare in Calabria risorse umane preziose.

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